di Giovanni Ricci
L’associazione non molla la presa e chiede chiarezza dopo il silenzio del Presidente Roberti
Nel silenzio assordante delle istituzioni, l’associazione ViviLarino torna a far sentire la propria voce sulla questione sanità in Basso Molise. Dopo aver inviato una richiesta formale di incontro al Presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, e non aver ricevuto alcuna risposta, l’associazione rilancia l’allarme: “Sentirsi abbandonati al proprio destino quando si parla di diritto alla salute è la triste sorte che accomuna gli abitanti del Basso Molise”, si legge in una nota diffusa.
Una denuncia dura, senza giri di parole, che dipinge uno scenario preoccupante: un territorio sempre più anziano, sempre meno popolato e sempre più dimenticato, dove l’accesso ai servizi sanitari minimi è diventato una vera e propria corsa a ostacoli. “Il Molise – scrive ViviLarino – sembra sempre più un mattatoio sociale, dove i più deboli pagano il prezzo più alto.”
L’associazione, raccogliendo decine di segnalazioni sui disservizi sanitari, annuncia l’avvio di un percorso di indagine e analisi per comprendere meglio lo stato dell’arte e restituire alla popolazione un quadro oggettivo e trasparente. Le domande sollevate sono molteplici e toccano temi centrali per il futuro della sanità regionale:
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Quali territori contribuiscono maggiormente a finanziare il sistema sanitario regionale?
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Come sono ripartite le risorse tra sanità pubblica e privata?
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Quali garanzie di servizi d’urgenza sono offerte dal settore privato, soprattutto in aree con alta presenza di anziani?
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Dove si investe in infrastrutture sanitarie e quali zone subiscono la cosiddetta mobilità passiva?
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Esiste una pianificazione per assicurare una copertura sanitaria equa su tutto il territorio?
L’obiettivo, spiegano i rappresentanti dell’associazione, non è ottenere privilegi, ma chiedere “un’azione equilibratrice” che corregga squilibri storici. “Qualsiasi governo regionale, a prescindere dal colore politico, ha sempre voltato lo sguardo altrove. E oggi anche l’esecutivo del Presidente Roberti, lui stesso cittadino del Basso Molise, sembra ignorare l’urgenza di questa crisi.”
Nel mirino c’è soprattutto la percezione di un disequilibrio crescente tra i territori: “Non si può continuare a sacrificare il Basso Molise, che presenta il più alto tasso di aziende e popolazione, a vantaggio delle aree centrali e occidentali della Regione, dove si concentrano sanità, università e istituzioni.”
In conclusione, ViviLarino pone una domanda semplice e inquietante:
“Perché il Basso Molise deve soccombere?”
Un interrogativo che, almeno per ora, resta senza risposta.
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