Le diversità vanno accettate e integrate. Nessuno potrà più ricorrere a dietrologie che minano la libertà dell’essere ma, spettacoli da circo per inneggiare alla differenza necessaria per capirne le motivazioni, è più antico di chi non accetta l’essere gay. Parole amare per fortuna indorate di zucchero da un uomo e politico di razza qual è Nichi Vendola. La sua presenza ha decimato le urla di insoddisfazione verso chi non accetta la diversità in piena contraddizione con chi fa della libertà di pensiero, di sesso o religione, una conseguenza della normalità dell’essere. Ci si aspettava una folla oceanica a Isernia e invece poche centinaia di simpatici goliardici amici, hanno inscenato non un gay pride ma una semplice parata capeggiata da un autotreno-disco che ha decisamente inorridito ambienti, offuscato colori e condizionato malamente le bellezze di una Isernia poco disposta a far festa in questo modo. Ci si aspettava di più, molto di più ma soprattutto ci si aspettava correlazione e non ghettizzazione del proprio essere che alla base ancora si manifesta un problema. I diritti sono fondamenta della libertà e vanno sollecitati e richiesti con costanza e serietà nelle richieste. La democrazia non la si manifesta con “tette” e “culi” al vento, ma con il giusto razionale ordine delle cose. Ancor più se a condurre la piazza c’è la politica amica, quella che non chiude le porte ma accetta il dialogo.
Paragoni come quelli sentiti in una piazza stazione prima e nel centro storico poi, fanno male alla democrazia, ai gay e a chi ritiene o viene considerato “diverso”. Parole senza senso che dette a alta voce svestiti dei panni della decenza, non fanno onore a chi organizza manifestazioni cognitivi e di responsabilizzazione collettiva. “Siamo trattati come vengono trattati gli handicappati” non è da chi responsabilmente manifesta per la sua e la libertà di espressione di chi è considerato diverso poiché, dispiace dirlo, è diverso, incosciente e frustrato. “Oggi al Molise Pride per celebrare l’amore in tutte le sue forme” le parole saggie del presidente della Provincia nonché sindaco di Agnone Daniele Saia. Nell’essere in sintonia però non possiamo che costernare il nostro pensiero al sol pensare che c’è gente che chiede libertà e poi copre la libertà di chi sicuramente, come lo sono i diversamente abili, hanno forme di censura ben più gravi e fortemente penalizzanti nel loro percorso di vita e quello dei loro cari. La libertà è sacrosanta ma calpestare quella degli altri per egocentrismo e voglia di essere “diverso”, vuol dire essere in mala fede e voler strumentalizzare la propria “differenza”. Mai più Gay Pride a ribasso ma solo libertà e partecipazione alla vita quotidiana. La presenza del consigliere comunale, nonché provinciale Sara Ferri, ci dona speranza di un gesto di ravvedimento che consentirà le scuse degli organizzatori che chiaramente, nell’intento a urlare dal cassone del mezzo locomotore, sicuramente avranno avuto orecchie verso se stessi e non verso chi è stato oltraggiato senza pudore. Il resto lo lasciamo a quei bellimbusti svestiti che dell’handicap ne hanno ridicolizzata la natura.
Maurizio VARRIANO
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