Isernia. Di Baggio si appella alla giustizia: farò ricorso contro la mia destituzione da assessore - Molise Web giornale online molisano
Domenica - 12 Maggio 2024

Isernia. Di Baggio si appella alla giustizia: farò ricorso contro la mia destituzione da assessore

Sarà l’imminente entrata dell’estate, sarà quel che sarà ma Isernia con i suoi balletti della politica è ormai diventata il tormentone più gettonato. Scalando le classifiche e ponendosi al primo posto della Hit molisana, Isernia e la regione intera, stanno ascoltando musica sublime per le orecchie dei politologi, dei cittadini, dei militanti che, non dandosi pace nel non capire cosa davvero sta accadendo, stanno sperperando fior di euro per ascoltare e riascoltare la musica che costantemente arriva dal Palazzo di Città. Nell’estasi delle note alla Wagner, che infrangono la fisica dei numeri inceppandosi nel momento più alto della composizione, lo sgomento è tale che capirne l’intreccio e le condizionanti mosse dei concertatori, l’anamnesi della melodia diventa tetra e non più soave. Prima la sfiducia nei confronti di Francesca Scarabeo , poi quella nei confronti, arricchita da plausi, di Domenico Di Baggio, la sfiducia tecnica del consigliere Claudio Falcione, il rimpasto in giunta dettato da motivazione mai addotte, la fuoriuscita dalla maggioranza della consigliera ex Movimento 5 stelle, Elvira Barone e miriadi di provvedimenti presi, sono l’indice di scontento, non solo politico, che sta avendo ripercussioni sull’umore di tutti i cittadini del capoluogo di provincia, polo importante per cultura - non solo quella del merletto, agricoltura, bellezza architettonica o di concerti di musica pop a pagamento, come lo è da oggi per l’utilizzo dei bagni pubblici della bella “Sernja d Cap abball”. La storia la pone al centro del bacino del mediterraneo e, al di là della rappresentazione di pura fantasia che vede arrivare a Isernia il Papa del gran rifiuto, Celestino IV, come affermato a chiare lettere da storici e studiosi tra cui Mauro Gioielli, Franco Valente e non solo, mai smentiti con documenti che qualcuno si ostina a dire che esistono ma di cui neanche l’archivio Vaticano ne vede traccia, non può certo Isernia subire e continuare a subire le gesta di una politica lontana dalla gente e troppo, sempre troppo vicina allo scettro del potere. Troppo tempo è passato dalla Isernia gladiatoria, da quella che diventando provincia ha conclamato la forza di un territorio che, se concertato da un maestro d’eccezione, avrebbe sicuramente suonato note gioiose e piene di gloria eterna.

Troppo tempo è passato e mai si concederà tregua allo sconforto. Occorre un pungolo giusto affinché la gente torni a sperare di essere il vero volano per una giusta e buona politica. Nel mentre si attende un altro probabile colpo di scena a Palazzo San Francesco nel caso l’ex assessore Di Baggio valuti di ricorrere al TAR per il suo licenziamento in tronco, la gente esce sempre meno dalle proprie case, i corsi e le ville sono sempre meno frequentati da quel chiacchiericcio che rimanda ogni argomento, prima al calcio e poi alla politica, che non soddisfano entrambi i palati dei più fini, come ultimamente invece il tennis dimostra possa accadere. I legali del Di Baggio ipotizzano un contraccolpo che farebbe girare la testa a chiunque e soprattutto al Sindaco e la sua giovane arrembante vice che delle gesta Obamiane e della luce accecante dei Volt, ha perso tracce e significato politico. Comproverebbe, si spera, una ringalluzzita di un PD assuefatto alla dormienza cittadina dettata dall’assessore D’Achille, dalla mancanza di verve dei vertici locali e soprattutto da una linea politica che sembra coincidere con il “campa cavallo che l’erba cresce”. Tutti guardano lontano in quel di Termoli e Campobasso affilando l’arma delle strategie che vedono il centro sinistra sempre più imbrigliato in beghe e meno libero di battere le destre, che al momento sonnecchiando vanno alla vittoria che consente loro di arridere al voto e sorridere ai votanti.  La sentenza del Consiglio di Stato, la 2071 del 28 febbraio 2023, riguardante i provvedimenti di revoca degli assessori la quale inconfutabilmente sancisce che: “gli atti di nomina e di revoca degli assessori comunali non rientrano solo nella categoria degli atti politici” ma mantengono anche la natura di “atti amministrativi”, pur essendo denotati da ampia discrezionalità e per questo, sono sottoponibili al sindacato giurisdizionale e quindi l’assenza di una motivazione non aderente alla situazione di fatto, accertata nel corso del giudizio, o un ipotetico eccesso di potere, sotto il profilo della illogicità o irragionevolezza del provvedimento impugnato, potrebbe comportare l’illegittimità della delibera di revoca dell’incarico assessorile e aprire scenari profetizzati. Isernia e l’intero Molise meritano una linea di condotta da parte della politica che sia profetica e non autolesionista. I danni provocati dalla politica sono sotto gli occhi di tutti e chi ha acceso i fari sullo sfascio in cui il Molise oggi trovasi, non può spegnere le lampade e conniventemente porsi allo stallo della fermata del pullman che da qui a breve sarà costretto a non fermarsi più in Molise. La ragione dell’essere è la soddisfazione di porsi a servizio e non farsi servire piatti freddi e mal digeribili. Da un po' di tempo, i cittadini stanno tutti soffrendo di mal di pancia e questo potrebbe aumentare a dismisura l’onere dell’uso dei bagni. Lo si eviti in nome del risparmio e del decoro della splendida aria che il Molise infonde nelle narici di tutti noi.

di Maurizio VARRIANO

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