La politica della contraddizione. L’ACC salpa verso altri lidi? Addio Gigafactory - Molise Web giornale online molisano
Mercoledì - 03 Luglio 2024

La politica della contraddizione. L’ACC salpa verso altri lidi? Addio Gigafactory

Se tutto fosse vero ci troveremo al cimitero”. Non è di certo una prosa onirica da poterla utilizzare per riflettere del presente, ma una vera richiesta di aiuto. Un Governo che sottoscrive accordi per miliardi di euro e poi, rinnegando quanto sottoscrive, incide negativamente sulla libertà e la sussistenza di interi territori e comunità che dalle perequazioni traevano linfa vitale per poter urlare al Mondo: Esisto! Una mazzata letale è stata fiondata dal Ministro Fitto che continua nella sua azione distruttrice del Centro Sud Italia. La sua invenzione “strategica” della ZES unica, di fatto ha cancellato quanto di buono aveva prodotto l’ex Commissario della Zes Adriatica Puglia Molise, ing. Manlio Guadagnuolo. Agevolando ulteriormente le regioni a statuto autonomo quali Sicilia e Sardegna, ha mandato in tilt il sistema che ora scricchiola sotto le rinunce espresse da parte di colossi industriali che, probabilmente, disinvestiranno e fuggiranno via dal Molise, cosa che in parte già sta accadendo. Un’altra sorta di falce mortale che si aggiunge alla scellerata rimodulazione in negativo dei Fondi derivanti dal PNRR. Siamo alla solita moria di economia che già si è materializzata come un fantasma posto alla finestra le disgrazie post Covid, anche grazie alle ultime notizie che imputano ai vaccini propinati per combattere l’epidemia, la mancata garantita dell’integrità della salute dei cittadini. L’ACC, dopo suonate di tromba, incontri e visite istituzionali, rinuncia alla ZES e come altre stanno per fare, la multinazionale, investitrice nella realizzazione della gigafactory presso lo stabilimento Stellantis di Termoli, ha già, da qualche settimana, annunciato di rinunciare all’idea di utilizzare l’area in zona economica speciale. Opportunità che se sfumate, soprattutto grazie al ridimensionamento di investimenti, creeranno come già in atto, un fuggi fuggi generale che non consentirà al Molise di risollevare la china, ormai piegata in due.

Tempi stretti, riduzioni degli incentivi, incertezze sulla tempistica e sulle modalità che avevano trovate esaustive risposte nella struttura guidata da Manlio Guadagnuolo, hanno sconvolto il mondo dell’imprenditoria che, nel sollevare proteste per l’inutilità della nuova Zes, lascia le redini dell’economia a altri e vola via per lidi decisamente migliori. Il ministro Fitto, che tutti lo volevano candidato europeo per sperare in un cambio alla guida di un Ministero decisivo per il sud Italia sempre meno appetibile per investimenti di valenza economica, mostra sempre più quell’incoerenza che ordinata dall’alto, mischia le carte in tavola in cerca del baro. “Eppure è Pugliese!” si chiedono sgomenti gli industriali della regione più lunga d’Italia ma, come spesso accade: “Risposta non c’è o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà”. Bob Dylan ci aveva visto lontano. Forse nello scrivere la splendida Blowin’ in the Wind insieme a Mark Knopfler, versione italiana di Luigi Tenco, nel domandarsi quando tutta la gente del mondo riavrà/ per sempre la sua libertà? Ha sicuramente pensato al Molise e a quel profondo sud dove la mancanza di lavoro e la precarietà perenne, rende gli uomini schiavi di sistemi decisamente consoni alla politica del momento. Machiavelli ricorre corsi e ricorsi storici per confermare che i metodi per raggiungere scopi non hanno sempre il giusto garbo. La politica di questo ne è assolutamente maestra. Ci si aspettava una Italia diversa con l’avvento dei 5 stelle che urlavano dai balconi la loro estraneità al metodo, e oggi li troviamo letteralmente “appiccicati” alle sedie del comando e, pur di confermarsi a tale cospetto, hanno e fanno accordi, persino con quei “diavoli neri” del PD e prima ancora quelli della “Lega ladrona”. Così il centro destra, tutto Meloniano, che urlava contro il Governo Conte in tema di accise, prima rincara la dose, poi aumenta il divario sociale. Istituisce Ministeri dall’identità nazionale e rende sovrana quella alimentare permettendo però, una vera strage di terreni agricoli grazie all’istallazione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici di concerto con Verdi e partiti della sinistra, i veri fautori della finta transizione ecologica.

Dei 5 stelle, unico partito green della nazione, meglio evitare commenti su tale argomento, in quanto hanno detto e scritto tante di quelle frasi dall’incoerenza attiva, da rendere il mondo quello disegnato e animato negli episodi dei Teletubbies.  Tutto questo grazie all’autorizzazione unica che cancella il diritto dei cittadini e dei loro sindaci a opporsi a ogni decisione contraria, ponendo così, per mascherare il danno e la beffa, una sorta di divieto che cancella la legge a tutela del paesaggio, dei terreni e della biodiversità. Per non parlare poi degli aumenti non calmierati e di politiche estere dal sapore anni quaranta. La sinistra, non da meno in contraddizioni, se la gioca a carte coperte. Dalla candidatura blindata di mariti e mogli, alla finta transizione ecologica, alla paradisiaca accondiscende azione di mediazione sindacale che rende schiavo il lavoratore e forte la concertazione al ribasso. In Molise l’affaire “Unilever” ha dell’eclatante. Non si è mai visto un sindacato scendere in piazza a favore della riconversione a perdere o meglio, a chiudere. Siamo alle solite, direbbe Calimero il pulcino piccolo e nero. La festa della Repubblica è da poco passata, tra l’altro molto in second’ordine, e oltre i brindisi presso la speciale residenza del Presidente della Repubblica; la bella parata militare da decine di milioni di euro e le corone d’alloro sui cippi che onorano i caduti per la libertà, nulla di nuovo. “Ma dove sarà in tutto ciò la contraddizione?” ci staremo tutti domandando! La risposta la troviamo scritta nello spazio temporale da qui all’eternità:”Nel non trovare nella contraddizione nessun’altra contraddizione”.

di Maurizio VARRIANO   

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