L’urlo di chi spera in un ritorno, ma che non smuove le ormai sorde anime di Sinistra! - Molise Web giornale online molisano
Mercoledì - 03 Luglio 2024

L’urlo di chi spera in un ritorno, ma che non smuove le ormai sorde anime di Sinistra!

Il Partito Democratico e la sua coalizione, per voce del candidato sindaco, invece di guardare le emergenze democratiche che si profilano sempre più accentuate, mette in campo un programma che vede al centro Sagre e Cabinovie. Una città allo sbando, Campobasso, che vedeva lo stesso Partito Democratico essere opposizione del governo 5 stelle, colpendolo al basso ventre per le scellerate scelte, tra cui anche quella del progetto della cabinovia che cancella completamente la fruizione del centro storico, che oggi copia e incolla il programma dell’allora candidato, poi sindaco Gravina, e ne fa addirittura un cavallo di battaglia. È proprio vero che quello che si dice oggi è vecchio già ieri! Previste festicciole tra amici e bancarelle per la vendita del torrone natalizio che nell’aspetto folkloristico denotano una certa condizione di sudditanza e/o addirittura di mancanza assoluta di visione. Il recente colpo gobbo del Governo Meloni, grazie al Ministro in pectore della Cultura Gennaro Sangiuliano, sancisce il pagamento per ogni attività culturale connessa non solo all’utilizzo ma anche alla semplice fotocopia di beni statali quali libri, opere, monumenti, filmografia, fotografia minando l’efficiente lavoro di associazioni, studiosi, semplici amanti della bellezza e della storia e, la politica dei programmi, si riduce a mere condizioni che non sono assimilabili neanche ai peggiori spot elettorali.

Non una vera idea di sviluppo, di integrazione sociale, culturale, no una vera proposizione della difesa ambientale, identitaria. Non una parola contro l’indiscriminato proliferare di pannelli solari a terra che minano biodiversità e agricoltura, non una parola sul paesaggio e il rischio di vederci dentro casa quale pala eolica alta più di 200 metri. Solo sorrisi e strette di mano e accordi che hanno il sapore di chi muore e non riconducono alla mente il viso di scherno di qualche mese addietro quando sui banchi dai lauti stipendi voluti dai fatidici 5 stelle di Conte, ci si urlava contro senza distinzione di sesso o di appartenenza. Centro sinistra vuol dire altro. Vuol dire affinità, concretezza, raccordo con anime che lottano per valori di democrazia, condivisione, sociale, concreta vicinanza al popolo che si vede ogni giorno togliere dignità e capacità di interlocuzione, lavoro, partecipazione alla quotidianità, cultura, difesa del paesaggio.

Nulla di tutto questo distingue più la politica dell’accozzaglia che garantisce solo qualche soddisfo poltronaro a qualcuno animato da egocentrismo e protagonismo cittadino. Se oltre le gambe c’è di più, in questo centro sinistra, che a Termoli ha letteralmente regalato la vittoria al centro destra che potrà sin da ora iscrivere il nome del Sindaco sulla pergamena ufficiale dei passati sindaci della Città Adriatica, e a Isernia non concretizza la sua sudditanza incline al suicidio verso che della politica crede di usarne la parte sempre meno collaborativa, c’è davvero poca roba di sinistra e molto di vecchio stantio modo di proporre cose scontate e senza futuro. Unico barlume, un piccolo fiore rosso che potrebbe riecheggiare e ricondurre a quella canzone tanto amata ma decisamente utilizzata solo per trarne vivacità perduta, dal titolo Bella Ciao! Giovani che si apprestano alla competizione sotto il simbolo di un Partito Socialista che sgomita per riappropriarsi del proprio destino e riaccendere una fiammella spenta persino dagli sbiaditi Verdi e dall’irrazionale e sempre più sinistrato senza sinistra di SI. La destra vince anche senza convincere non per merito della Meloni ma per demerito e incoerenza di un centro sinistra sempre più lontano dalle condizioni antidemocratiche e vicino all’imponderabile forza del potere. O si vince o si muore! Non è più uno slogan ma solo un inno alla sciatteria che mai come adesso vede la sinistra porsi alla stregua di un Non Nulla che ha solo nella cosmicità la sua grandezza.

di Maurizio VARRIANO

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