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Sabato - 15 Giugno 2024

Consiglio Regionale approva modifica al Rendiconto 2020: «Disavanzo di 521 milioni, obiettivo 425 milioni nel 2026»

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Campobasso, 21 maggio 2024 – Presieduto dal Presidente Quintino Pallante, si è riunito questa mattina il Consiglio regionale, che ha esaminato e approvato a maggioranza la proposta di legge n. 26, iniziativa della Giunta regionale, concernente “Modifiche alla legge regionale n. 6 del 2021, Rendiconto generale della Regione Molise per l'esercizio finanziario 2020”, in ottemperanza alla sentenza della Corte costituzionale n. 39 del 2024.

Il rendiconto del 2020, rivisto con il suggerimento della Corte dei Conti, evidenziava un disavanzo di 521 milioni di euro. L'obiettivo è di ridurre il disavanzo a 425 milioni entro il 2026. Legge che rappresenta un significativo adeguamento alle direttive contenute nella deliberazione n. 192/22 della Corte dei conti e nella sentenza n. 39/2024 della Corte costituzionale.

Ha illustrato la proposta all’Aula il Presidente della Prima Commissione permanente, Roberto Di Pardo, che dopo l’istruttoria di competenza ha licenziato l’atto con parere positivo. Di Pardo ha dichiarato: "Mi auspicavo che uscisse un documento all'unanimità per il rispetto delle istituzioni e della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale, visto che abbiamo rispettato pedissequamente quanto richiesto."

L'Assessore al Bilancio Cefaratti ha aggiunto: "Eravamo pienamente consapevoli delle azioni da intraprendere. Ancor prima delle sentenze della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale, avevamo riconosciuto gli errori contabili e il debito con la legge regionale numero 4 del 2023."

Sono seguiti gli interventi sia in discussione generale che per dichiarazione di voto dei Consiglieri Primiani, Salvatore, Fanelli, Di Pardo, Romano e del Presidente della Giunta regionale Roberti.

Il Presidente Roberti ha precisato: "Per l'esattezza, erano 130 milioni i residui attivi non esigibili che dovevano essere cancellati, e 63 milioni di debiti fuori bilancio. Se il rendiconto viene impugnato nel 2021 e la Corte Costituzionale si esprime dopo quattro anni, era difficile intervenire per chiunque. La responsabilità non può essere additata ai consiglieri regionali di quella legislatura, poiché dovevano attendere la sentenza, che possiamo dire essere troppo tardiva. Se non avessimo approvato il bilancio 2023, avremmo rischiato di perdere 200 milioni di euro dal Governo nazionale. Abbiamo dovuto fare necessariamente quelle azioni con l'aggravante di una sentenza tardiva di quattro anni."

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