Guardando la cosa da “altra parte” siamo noi di sinistra a dover essere in questo momento “in disordine e senza speranza”! Credo sia possibile dire, dopo questi risultati elettorali in Molise, forse gli ultimi per una regione “libera” che la classe politica del centrosinistra tutto abbia sbaragliato non gli avversari, ma la politica tutta.
La ballata dei MOLITafazzi, i Tafazzi molisani, è iniziata, per esempio per il PD, da anni, oltre otto. Anni nei quali usando anche la pandemia, non si sa se come scopo o come scusa, il PD non si è riunito assolutamente ed i segretari regionali hanno avocato a loro il “potere” decisionale, ma soprattutto la politica da (non) fare. È stata proprio la mancanza di politica tra la gente, lo sprone e a vicinanza di una classe politica a non far scattare nessuna molla per i molisani, nessuna molla che potesse spingere i molisani verso un voto in più, verso la decisione di andare al seggio e non al mare. La “storia” di questa elezione è iniziata mesi prima con la paventata candidatura di Domenico Iannacone. Nel bene o nel male, bene per tutti noi, male per i politici che si volevano candidare, la candidatura di Domenico è saltata per imposizione dei 5S che avevano “diktato” o un nostro candidato o niente apparentamento. Come dice il mio amico Pasqualino: “O mangi la minestra o butti dalla finestra”. Sperando di fare cosa buona, non considerando della caduta libera dei consensi dei 5S diventati a tutti gli effetti un partito come tutti quanti gli altri, le sigle della sinistra, oramai non esistono più i partiti, hanno deciso di pugnalare Iannacone alle spalle e di dare via libera a Gravina. Sissignore pugnalato alle spalle perché nessuno aveva avuto il coraggio di dirgli che oramai il candidato non era più lui. Certo le elezioni si vincono con numeri e non con i sentito dire, ma a me è capitato di sentire parecchie persone dire che non avrebbero votato, come avevano fatto in passato, perché speravano che il candidato fosse una persona nuova, un vento nuovo della politica molisana, così non è stato ed i risultati elettorali, specialmente l’affluenza alle urne, la dice lunga.
Altro risultato eccezionale di questa tornata elettorale è quello della riconferma degli uscenti a danno delle nuove proposte che sembra trovino terreno fertile solo sul palcoscenico dell’Ariston a San Remo. Una lotta serrata e fratricida (nella lista di Fratelli (coltelli) d’Italia dove due corazzate politiche (Iorio e Pallante) si sono affrontate alla rada cannoneggiandosi alla distanza per la supremazia numerico/elettorale. Una campagna elettorale frenetica da una parte, destra a chi pendeva più voti, per poter far pesare la propria presenza in Consiglio e sinistra, a chi prendeva più voti, ma non molti, nella speranza nemmeno tanto nascosta di fare solo opposizione tranquilla per cinque anni senza patemi di governo nonostante l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Abuso d’ufficio che l’Europa sta cercando di inserire nelle pubbliche amministrazioni, che noi avevamo ma che abbiamo tolto … elementare Watson!
Andiamo avanti adesso ci tocca aspettare e vedere chi tra gli eletti in Consiglio Regionale, eletti per anzianità di “servizio” , paragonabili ad una “villa Arzilla” di qualche film di Lino Banfi, possa aspirare alla poltrona di assessore regionale. Poltrona utile alla conservazione delle amicizie e delle conoscenze. La cosa “bella” di questa elezione sarà il ritorno sulla poltrona dell’assessorato alla sanità di Michele Iorio. Un assessore “nuovo” che di dà sicuramente fiducia nel futuro. Se avessero conosciuto il backtesting, l’analisi del passato per determinare una strategia futura, utilizzando i dati storici, avrebbero candidato Michele Iorio? Ora io mi chiedo: dopo quattro anni di Giunta Toma, con tutti i mali che ha provocato, come ha fatto il Molise, come hanno fatto i molisani a rieleggere , in pratica, la stessa giunta? Toma a questo punto non potrebbe fare causa alla sua parte politica di danni da mancata ricandidatura con sicura rielezione?
Come dicevo all’inizio questo articolo l’ho scritto il 20 giugno dell’anno 2023, quindi, se non mi sbaglio, 5 giorni prima delle elezioni e 6 giorni prima dello spoglio. Niente magie in quello che ho scritto, né bravura o altre capacità solo analisi di quello che si sente in giro e che si vede.
A questo punto, convinti che niente possa cambiare se non con un cambio radicale della classe politica della sinistra o del centrosinistra, come ognuno vuole. Poco importa chi sia stato eletto, la sinistra, il centrosinistra, le elezioni le ha perse. Dalla terra desolate e desolante del contado di Molise è tutto. Statevi arrivederci!
Franco di Biase
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