“La politica non può delegare chi contraddice sé stesso e, dell’identità partecipativa di partiti quali il PD, che pone in essere battaglie per uguaglianza, diritti e democrazia, ne fa occasione di scellerata volta faccia nei confronti di cittadini ignari delle spartizioni dettate dall’arrivismo di palazzo”. Questa in sintesi la posizione di un politico serio e di razza come Michele Durante che sbatte la porta e chiude con il PD locale che non offre garanzie di democrazia e attivismo politico e non politichese. “Sentirsi dire da chi dal e con il populismo ha avuta garantita la poltrona del comando che il bene della città è prioritario rispetto a accordi che avrebbero fatto crollare i palazzi sin dalle fondamenta, è inconcepibile e non attiene chi ancora crede che votare sia un dovere. Lo scempio campobassano è l’emblema del fallimento della politica in capo alle scelte politiche che garantiscono laute ricompense per chi riesce a sedersi su scranni appetibili e dediti alla staffetta per favorire tutti i fautori della pseudo vittoria a tavolino”. Nel dare a capire che la battaglia politica non è terminata, Michele Durante si sfoga con il garbo che a egli attiene, ribadendo fiducia nella componente lealtà che al momento appare davvero svanita nei meandri dell’arrivismo a tutti i costi. Le sue dimissioni annunciate porteranno a una ampia riflessione da parte dei vari segretari di Partito, in primis Ovidio Bontempo? Sottoscrivere un atto di sottomissione a logiche antidemocratiche, di inciucismo becero e decisamente lontano dalla politica, quella vera e decisamente migliore, sarà, come è stato per il centro destra, una sottoscrizione di impotenza per molti e onnipotenza per pochi? Il palazzo troverà stabilità a fronte della progettualità o per forza delle prebende eccellenti dettate da una legge a firma Draghi/5 Stelle? Risposte saranno cadute nel vento già da subito e tutto condurrà alla pace tra Crociati e Trinitari che inspiegabilmente tradurrà tutto in onore e onere del e per il bene dei cittadini che andranno a plaudire il “Re Leone” che non aspetterà la Sagra dei Misteri per salutare la plebe dal balcone.
di Maurizio VARRIANO
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