Stati Uniti, Olanda, Danimarca, Scozia, Inghilterra, Francia, Spagna, Irlanda, Grecia, Germania, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, Belgio, Romania, Serbia, Turchia, Canada, Argentina, Venezuela, Croazia, Portogallo, Macedonia. Sono questi i Paesi in cui gli Zig-Zaghini – gruppo folkloristico di San Giovanni in Galdo – hanno portato il nome del Molise, attraverso canti e danze della cultura popolare.
Cinquantanove anni di storia, cultura e tradizione portati in “scena” con fisarmoniche, organetti, chitarre, bufù, cicale, raganelle e tamburelli.
Circa trenta tra canterini, danzatori e suonatori indossano il costume tipico della fine del 1700 con un’unica importante missione: diffondere e far conoscere il territorio molisano e la tradizione popolare al di là dei confini regionali. Missione, direi, più che compiuta!
L’impegno costante, il sacrificio ma anche la soddisfazione. Tutto è nato nel 1963, anno in cui il professor Nicolino Di Donato diede vita al gruppo degli “Zig-Zaghini”, con l’intento di riportare in auge il patrimonio fofkloristico che, altrimenti, sarebbe andato perso.
Il gruppo è stato tra i protagonisti, in mondovisione, della cerimonia inaugurale dei Campionati del Mondo di calcio nel 1990, dell’apertura dei Campionati Mondiali di Atletica Leggera nel 1987. Tante le esibizioni anche in vari programmi di Rai 1: “Un Colpo di Fortuna”, “Diversamente estate”, “Telethon”, “Più Sani Più Belli” e “Sereno Variabile”, solo per citarne alcuni. Tanti i premi ottenuti negli anni tra cui, il più importante, il “Tritone d’Oro” a Caltanissetta.
Ad oggi, dopo tanti anni, il gruppo continua ad essere richiestissimo in tutta Italia e non soltanto. Di questo e di tanto altro ho parlato con il Direttore Artistico Marco Messore, nipote del professor Di Donato che, ormai da anni - insieme al Maestro Guido Messore, che si occupa delle musiche e dei cori - guida con passione e dedizione il gruppo.

«Innanzitutto voglio precisare che questi cinquantanove anni sono autentici, rappresentano un periodo di continuità, il gruppo non si è mai dissolto, non ha mai avuto nemmeno una pausa. Cinquantanove anni tutti d’un fiato. Questa è una premessa importante perché determina il fatto che tutti i successi degli Zig-Zaghini hanno avuto un ordine cronologico e temporale continuo, a partire da quell’ottobre del 1963. Ciò che provo è inspiegabile e impareggiabile, so soltanto che ho dedicato gli ultimi tredici anni della mia vita al gruppo».
«Perché nel 2010 mio nonno, il professor Nicolino Di Donato, fondatore e mente del gruppo, ha accusato un’eccessiva stanchezza dovuta ai suoi, allora, 83 anni. Il gruppo si avvicinava al suo mezzo secolo di vita e lui mi chiese di traghettarlo fino all’agosto 2013 (anno del cinquantennale, ndr) per festeggiare l'importante traguardo. Dall’ottobre 2013 la direzione artistica e la responsabilità degli Zig-Zaghini è nelle mie mani. Dedicarsi quotidianamente al gruppo in tutti questi anni equivale a una missione faticosa ma allo stesso tempo vitale. Ho cercato, in questo lungo periodo artistico e umano di mantenere fede al concetto di gruppo che ha sempre connotato gli Zig-Zaghini come un esempio culturale da seguire».

«L’educazione e la divulgazione nelle generazioni più giovani attraverso la scuola, istituzione in cui lavoro, è un passaggio molto importante. Ma tutto si basa sulla mente e sul cuore. È una fiamma sempre accesa, la quale dà sempre linfa, energia e amore per affrontare il lavoro di trasposizione del messaggio culturale del mio paese San Giovanni in Galdo e del Molise in tutto il mondo».
«In realtà non ci siamo mai fermati. Nel senso che durante il lockdown, chiaramente, abbiamo avuto un arresto forzato ma in regime di pandemia, quando le maglie delle restrizioni sono state allentate, abbiamo fatto spettacoli con le dovute accortezze in merito alle linee guida. Certo, non è stato come gli altri anni ma abbiamo comunque vissuto grandi emozioni e abbiamo avvertito il calore della gente che ci segue e ci conosce».
«Siamo pieni di impegni, abbiamo un agosto ricco di appuntamenti in Molise, Campania e Lazio. A settembre, invece, saremo in Friuli e avremo due spettacoli in Slovenia. Ma la "stagione” è iniziata con una meravigliosa tournée sull’Isola di Procida ad aprile al “Procida Sud Festival».
«Proprio in merito alla tournée procidiana, il giornale ha dedicato un ampio spazio all’isola campana e sì, ci siamo anche noi. C'è una foto che ritrae il gruppo durante un'esibizione al Procida Sud Festival. Per tutto il gruppo è una grande soddisfazione, dati i tanti sacrifici che facciamo durante tutto l'anno per far sì che ogni evento riesca nel migliore dei modi».

«Sono fantastici e, in realtà, quello che le mie parole esprimono è ciò che loro sentono dell’animo. In tutti questi anni hanno portato con me, in tutto il mondo, il racconto di una vita vissuta con fame di cultura e sete di amore per la tradizione».
«Il gruppo è un mondo molto impegnativo, ma tanto affascinante che plasma, forgia e dà la possibilità di condividere chilometri, palchi, teatri, piazze e culture diverse. Bisogna prima di tutto sentire dentro quello che potrebbe essere un sentimento e la sensibilità verso la cultura e la tradizione popolare. Nonostante questa premessa, il gruppo è aperto a chiunque volesse entrare a farne parte».

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