«Yes I know my way» , cantava Pino Daniele nell’81. E oggi chi non conosce questo grande artista e le mille strade musicali da lui intraprese. Uno dei più importanti tra i cantautori e i musicisti del nostro paese: ha portato la sua musica nel cuore del mondo, e anche nel nostro cuore, perché le sue canzoni sono state parte integrante della nostra vita, colonna sonora naturale di gioie e dolori.
Quest’anno, a distanza di 5 anni dalla sua morte, a raccontarci la favola musicale di Pino Daniele ci pensa Carmine Aymone. Giornalista, critico musicale e scrittore, Aymone ha presentato il 5 settembre, in occasione del Festival Sonika-Poietika, al Palazzo GIL di Campobasso, il suo libro “Yes I know… Pino Daniele. Tra pazzie e blues: storia di un Masaniello newpolitano” edito Hoepli.
Come non scambiare incontrare, allora, con chi ha conosciuto realmente questo grande artista? Oggi, noi di #Backstage siamo qui con l’autore Carmine Aymone.
- Grazie per la disponibilità, Carmine. Com’è nata l’idea di scrivere un libro su Pino Daniele e perché ha scelto proprio lui? Conosco Pino da sempre. Scrivere questo libro per me è stato un atto d’amore e di appartenenza, nei confronti di quest’anima nobile, per questa voce che rappresenta la migliore napoletanità. Un volume “figlio” del mio desiderio di narrare per ricordare quest’assenza. Sono cresciuto con la sua musica e come lui, con il rock, il blues e i classici della mia/nostra terra, con i film di Totò e Peppino, di Nino Taranto e Tina Pica, di Sofia Loren e Anna Magnani. Ho incontrato di persona Pino la prima volta nel 1981, nello storico concerto del 19 settembre in piazza del Plebiscito, quando più di 200mila neri a metà, nel giorno del santo patrono Gennaro, esorcizzarono la paura del terremoto del 23 novembre dell’anno prima, cantando "Yes I know my way": avevo undici anni, ero un piccolo lazzaro felice. Nel tempo tra noi è nata un’affettuosa conoscenza. Ho avuto il piacere e il privilegio di incontrarlo e intervistarlo tante volte, dal 1989 fino a un mese prima della sua scomparsa, per tutte le testate con cui ho lavorato (quotidiani, mensili, bimestrali, tv, radio, giornali online …). Ho scritto questo libro perchè anch’io sono un nero a metà della sua stessa città porosa, un musicante, un lazzaro felice, un eterno scugnizzo che porta i suoi anni in un jeans e che ama – citando i versi della sua canzone – “chesta musica mariola che s’arrobba ‘a vita … e sona”.
- Nel testo, troviamo scritti ad hoc, aneddoti, storie e interviste che ha realizzato proprio lei al cantautore… Sì, le dichiarazioni di Pino Daniele contenute nel libro provengono tutte da interviste realizzate da me dal 1989 al 2014 (l’ultima datata 3 novembre 2014 per il Corriere del mezzogiorno / Corriere della sera), pubblicate sui quotidiani, settimanali, mensili, periodici, bimestrali, riviste specializzate con cui ha lavorato in questi ultimi 32 anni. Le dichiarazioni contenute nel volume dei musicisti nazionali, internazionali, dei familiari, dei produttori, degli addetti ai lavori, degli attori, provengono da loro scritti ad hoc per questo libro e/o da interviste realizzate da me realizzate dal 1989 a oggi. Ho attinto a un database di circa 4000 interviste che ho fatto, in 32 anni di giornalismo “on the road”, selezionando quelle che parlavano di Pino, inserendo così nel volume ad esempio vari contributi.
- Lei che ha avuto l’onore di scambiarci quattro chiacchiere a tu per tu, ci sveli una curiosità: com’era davvero Pino Daniele? Pino Daniele è un Artista con la “A” enorme come il bagaglio storico, artistico e musicale della sua/mia città: Napoli.
- Pino Daniele è uno di quegli artisti che non muoiono mai. Ancora oggi, le sue canzoni sono una continua scoperta… Pino ha riscritto le coordinate della canzone napoletana e d’autore, immergendola, col suo slang angloamericano-italiano-partenopeo, nei colori della fusion e della world music. La musica e l’arte del lazzaro felice sopravvive a lui stesso. Ogni strada, ogni vicolo, ogni angolo, locale, respira di Pino, come se un’unica, eterna canzone, diffondesse le sue note ovunque e su chiunque. L’arte di Pino sopravvive anche con la scoperta di sue opere inedite, con gli omaggi e i tributi dei suoi colleghi, con spettacoli teatrali ispirati alle sue canzoni.
Mariagrazia Staffieri
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